Bookmark and Share

Compenso equo? No, tagliato

IL GOVERNO VALUTA DI IMPORRE LA RIDUZIONE DEGLI ONORARI DOVUTI DALLE IMPRESE IN CRISI AI PROFESSIONISTI

Mentre il decreto Ristori ter conferma l’indifferenza del governo nei confronti delle libere professioni, l’Associazione giovani avvocati denuncia l’incredibile ipotesi valutata tra i possibili interventi del Ristori quater: anziché rafforzare la legge sull’equo compenso, l’esecutivo avrebbe allo studio una norma per imporre la riduzione degli onorari dovuti dalle imprese in crisi ai professionisti dei quali si avvalgono nelle procedure aziendali: «Se l’ipotesi fosse confermata, ci troveremmo di fronte a una delle scelte più ingiuste di questo governo», dice il presidente Aiga De Angelis.

ALLO STUDIO IL TAGLIO DEGLI ONORARI PER I PROFESSIONISTI CHE SEGUONO LE IMPRESE IN CRISI

La beffa non ha fine. Niente finanziamenti a fondo perduto, ora trasfigurati nell’espressione “ristori”. Nessun rinvio fiscale: se ci sarà, riguarderà le imprese ma, con ogni probabilità, non le partite Iva delle categorie ordinistiche, ossia dei professionisti. Caduta nel vuoto pure la proposta che Andrea Orlando e, udite udite, Matteo Salvini avevano condiviso: “Portiamo la settimana prossima in Parlamento una proposta comune per rafforzare il diritto all’equo compenso di avvocati, commercialisti, ingegneri e chiunque altro faccia sacrifici per tenere aperto uno studio, umiliato da bandi degli enti pubblici per incarichi a zero euro”. La settimana, quella in cui vicesegretario pd e capitano leghista dovevano portate in Parlamento la legge condivisa per le professioni era l’ultima di ottobre: è passato quasi un mese.

Di fronte a un quadro che si fa ogni minuto più amaro, arriva l’ultimo schiaffo in pieno volto rifilato al lavoro intellettuale: il governo valuta di ridurre, per legge, i compensi per le consulenze professionali prestate alle imprese in stato di crisi. Tradotto: visto che in difficoltà, costretta alla cassa integrazione, è ormai una marea di aziende e attività commerciali, diamo a costoro un altro “ristoro”. A spese di chi? Ma dei professionisti, of course.

Non si tratta di una proposta già formalizzata. Non è un articolo del decreto Ristori ter varato nella notte fra venerdì e sabato dal Consiglio dei ministri. Ma è un’ipotesi che circola con insistenza e che è denunciata, con meritoria prontezza, dall’Associazione italiana giovani avvocati ( Aiga), che da mesi si impegna, con il Cnf, l’Ocf e le rappresentanze associative forensi a sollecitare più attenzione per il lavoro e le difficoltà della professione. L’Aiga esprime dunque «grande preoccupazione per le informazioni circolate in queste ore rispetto ai possibili interventi che il governo sta elaborando in tema di riduzione dei compensi ai professionisti che si occupano di crisi d’impresa, da applicarsi già dalla pubblicazione del prossimo Dl Ristori». Dovrebbe cioè trattarsi del Ristori quater, il decreto che sarà possibile emanare solo quando il Parlamento avrà convertito in legge il Ristori ter. Il terzo provvedimento della serie speciale infatti contiene la richiesta alle Camere di autorizzare uno scostamento di bilancio da 8 miliardi di euro, somma che sarebbe appunto a disposizione del successivo decreto quater per il rinvio delle scadenze fiscali. Il progetto di far risparmiare le aziende in crisi sulla pelle dei professionisti è dunque allo studio del governo, seppur non sia imminente.

Il presidente di Aiga Antonio De Angelis accoglie così la notizia: «Siamo molto preoccupati, come giovani avvocati, del quadro normativo che si sta delineando in queste ore. Se dovessero essere veritiere le indiscrezioni circolate in merito alla decisione del governo di ridurre i compensi ai professionisti che si occupano di gestione della crisi d’impresa, ci troveremmo di fronte a una delle scelte più ingiuste e sperequate di questo governo. Non si capisce infatti come sia possibile da un lato sostenere economicamente tutte le categorie professionali attraverso la dazione di somme stanziate a titolo di welfare e, dall’altro, danneggiare in modo così evidente il duro lavoro svolto dai professionisti che si occupano di impresa, proprio in un momento come quello attuale, in cui le stesse, più che mai, hanno bisogno di figure qualificate al loro fianco».

Oltretutto, se la logica dei “ristori” è sovvenzionare chi ha dovuto tenere abbassata la saraciniesca, che cosa si dovrebbe fare nei confronti di chi, come avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro, non solo sempre più di rado incassa parcelle da clienti in asfissia, ma è comunque costretto a tenere aperta lo studio, visto che — come dice De Angelis — continua a offrire servizi agli operatori economici?

Sull’abnormità dell’idea di far risparmiare le imprese in crisi a danno del lavoro intellettuale interviene anche la responsabile dell’ufficio Legislativo Aiga Anna Lops, secondo la quale «ridurre i compensi dei professionisti significa non solo continuare a danneggiare, senza colpo ferire, una categoria già fortemente sacrificata dal fermo della Giustizia e dalla generalizzata crisi economica, ma anche sminuire il duro lavoro svolto dai professionisti che per adempiere al loro incarico, al fianco delle istituzioni, spesso rischiano con la loro stessa vita. Una riduzione del loro compenso», dice Lops, «produrrebbe effetti nefasti sia per la categoria sia per le stesse imprese che, a lungo termine, ne pagherebbero gli effetti».

L’Aiga dunque «auspica un ripensamento del governo». E poi conclude con un altro appello, rivolto sempre all’esecutivo, affinché «modifichi con urgenza tutta la disciplina della liquidazione dei compensi per il patrocinio a spese dello Stato, prevedendo forme di pagamento immediato che consentano una rapida immissione di liquidità in favore dell’avvocatura» . Obiettivo a cui si è dedicato il solo guardasigilli Alfonso Bonafede, che a riguardo ha incardinato, in commissione Giustizia alla Camera, un ddl scritto a quattro mani con il Cnf, e che ha intanto assicurato il saldo di 92 milioni di debiti vantati dai Tribunali nei confronti degli avvocati per la difesa dei non abbienti.

Bookmark and Share